San Gennaro fu vescovo di Benevento nel terzo secolo, le cui ossa e il cui sangue sono conservati nella cattedrale di Napoli come reliquie. Si ritiene che sia stato martirizzato durante la persecuzione cristiana, sotto l’imperatore Diocleziano, intorno al 305. Il 19 settembre la Chiesa cattolica celebra la festa di San Gennaro, vescovo, martire e patrono di Napoli. Tradizionalmente in questo giorno e in altre due occasioni all’anno il suo sangue, che si conserva in un’ampolla di vetro arrotondata, si scioglie. Secondo la documentazione citata anche dalla rivista Famiglia Cristiana, il miracolo di San Gennaro avviene almeno dal 1389, il primo caso documentato.
Miracolo di San Gennaro: tutto ciò che devi sapere
Vediamo tutto quello che c’è da sapere sul miracolo di San Gennaro.
Il sangue è conservato in due ampolle di vetro
Il sangue secco di San Gennaro, morto intorno al 305 d.C., è conservato in due ampolle di vetro, una più grande dell’altra, nella Cappella del Tesoro del Duomo di Napoli.
La liquefazione è un miracolo
La Chiesa sostiene che il miracolo avvenga in risposta alla dedizione e alle preghiere dei fedeli. Quando avviene il miracolo, la quantità di sangue secco e rossastro, aderente ad un lato dell’ampolla, si scioglie divenendo completamente liquido e coprendo il vetro da un lato all’altro.
La liquefazione avviene tre volte all’anno
La liquefazione del sangue del santo, tradizionalmente, avviene tre volte l’anno:
- in commemorazione della traslazione delle sue spoglie a Napoli, ovvero il sabato precedente la prima domenica di maggio;
- nella sua festa liturgica che cade il 19 settembre;
- nell’anniversario dell’eruzione del vicino Vesuvio del 1631, quando fu invocata la sua intercessione e la città fu risparmiata dagli effetti dell’eruzione il 16 dicembre.
La liquefazione può durare giorni
Il processo di liquefazione a volte richiede ore o addirittura giorni, ma a volte non avviene affatto. Normalmente, dopo un periodo che può variare da due minuti a un’ora, la massa solida diventa rossa e comincia a fare bolle ben visibili.
Le ampolle, che contengono una massa solida scura, sono racchiuse in una teca che viene tenuta in alto e ruotata lateralmente da un prete per mostrare che il sangue si è liquefatto. Tutto ciò viene fatto di solito dall’arcivescovo di Napoli mentre il popolo prega.
Secondo la rivista Famiglia Cristiana, il reliquiario con le ampolle rimane in vista per i fedeli per otto giorni, durante i quali possono baciarlo mentre un prete lo fa gira per mostrare che il sangue è ancora liquido. Poi viene riportato nella cassaforte e rinchiuso all’interno della Cappella del Tesoro della Cattedrale.
I fedeli venerano la reliquia ogni anno
Con l’esclamazione: “Il miracolo è avvenuto!” i fedeli si avvicinano al sacerdote che tiene il reliquiario per baciare la reliquia e cantare il “Te Deum” in ringraziamento.
Non esiste una spiegazione scientifica al miracolo di San Gennaro
Già in passato sono state condotte diverse indagini per trovare una spiegazione plausibile che possa rispondere alla domanda su come sia possibile che qualcosa di solido possa liquefarsi improvvisamente, ma nessuna risposta è stata finora soddisfacente.
La Chiesa cattolica ha sempre sostenuto le celebrazioni ma non ha mai formulato una dichiarazione ufficiale sul “miracolo di San Gennaro”. Tuttavia non permette l’apertura dell’ampolla sigillata, il che ha ostacolato la ricerca scientifica sul fenomeno
La liquefazione non si verifica sempre
Se non avviene la liquefazione del sangue, l’evento rappresenta qualcosa di nefasto per i napoletani che lo interpretano come un presagio di sventura.
Il sangue non si è liquefatto nel settembre del 1939, 1940, 1943, 1973, 1980, né nel dicembre 2016 e 2020.
Nelle ampolle il sangue rimase allo stato solido anche l’anno in cui Napoli elesse un sindaco comunista, ma si liquefece spontaneamente quando il defunto arcivescovo di New York, il cardinale Terence Cooke, visitò la basilica di San Gennaro nel 1978.
Purtroppo il miracolo di San Gennaro non è avvenuto neanche il 16 dicembre dello scorso anno. Nonostante una lunga giornata di preghiera condotta dal gruppo di anziani fedeli che cantano litanie e preghiere secondo una tradizione che risale al XIX secolo, il miracolo lo scorso dicembre non è avvenuto.
Il miracolo è avvenuto a maggio del 2020, durante il lockdown causato dal covid-19, e di nuovo il 19 settembre 2020.
Tuttavia, il fatto che il sangue non si sciolga a dicembre non significa che sia un presagio così grave come quando il miracolo non avviene nel giorno della festa del santo.
Alcuni esempi? Due mesi dopo la mancata liquefazione del sangue, il 19 settembre 1980, l’Irpinia fu colpita da un devastante terremoto che uccise quasi 3.000 persone.
Nelle occasioni precedenti – ma non in tutte – in cui il sangue non si è liquefatto, si sono avute drammatiche conseguenze.
Oltre che nel 1980, il miracolo non si verificò nel 1939 e nel 1940, in coincidenza con l’inizio della seconda guerra mondiale e l’entrata dell’Italia nel conflitto, e ancora nel settembre 1943: la data dell’occupazione nazista.
Il sangue si è liquefatto in presenza di alcuni Papi
Nel 2015, mentre Papa Francesco stava dando alcuni consigli ai religiosi, ai sacerdoti e ai seminaristi di Napoli, il sangue si liquefece di nuovo.
L’ultima volta che la liquefazione è avvenuta davanti a un pontefice è stato nel 1848 con Pio IX. Non è successo quando Giovanni Paolo II visitò la città nell’ottobre del 1979, nè alla presenza di Benedetto XVI nell’ottobre del 2007.
Il miracolo di San Gennaro del 16 dicembre
I napoletani si sono sempre rivolti al loro patrono perché li proteggesse dalle calamità naturali, con folle di persone che nei primi secoli cercavano rifugio nelle catacombe di Capodimonte. Così accadde nel 472, nel 512 e nel 685, con i vescovi napoletani dell’epoca a guidare le preghiere del popolo.
Poi divenne consuetudine invocare S. Gennaro per chiedere la fine delle eruzioni vulcaniche: nel 1631, il 16 dicembre, fu deciso di esporre le reliquie e l’eruzione del Vesuvio cessò.
Il 16 dicembre è il giorno del “miracolo laico” di San Gennaro, che si ripete dal lontano 16 dicembre 1631 quando la popolazione in preghiere chiese l’intercessione del santo per salvare Napoli dalla violenta eruzione che minacciava di distruggere la città. I napoletani per scongiurare il pericolo si recarono al Duomo e da lì portarono in processione le ampolle con il sangue del santo e il busto del protettore della città in direzione del Vesuvio. Giunti al ponte dei Granili il cardinale Buoncompagni alzò le ampolle verso il vulcano e, miracolosamente, il sangue si sciolse. Il prodigio quindi avvenne, il sangue si liquefece e miracolosamente la lava interruppe il suo percorso di distruzione. A memoria di questo prodigio venne posta una statua di San Gennaro proprio nel punto esatto in cui tutto ciò avvenne. In ricordo si svolge anche una celebrazione nella Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, nella quale ogni anno ha luogo il prodigio. Quando il sangue si scioglie, un membro della Deputazione di San Gennaro procede con lo sventolio di un fazzoletto bianco e tutta la popolazione esulta.