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Benevento a Natale: tra tradizioni, monumenti e piatti tipici

Benevento

Su una collina a nord-est di Napoli è situata la città di Benevento, posta tra i fiumi Sabato e Calore, e circondata dagli Appennini Campani. Grazie alla sua ricca storia, Benevento è famosa per i suoi monumenti storici, come l’Arco di Traiano e il Teatro Romano fatto costruire dell’imperatore Adriano. Non solo, anche la Chiesa di Santa Sofia con il suo Chiostro, La Rocca dei Rettori, il Duomo e il Ponte Leproso sono monumenti che testimoniano quanto è stata ricca la storia della città e quante civiltà si sono succedute nel corso dei secoli.

Ciò che dà vita a Benevento, oltre ai suoi dintorni da cartolina, è appunto la sua ricca storia. Era il punto d’incontro di sei strade principali, che portavano le diverse popolazioni ad attraversare queste zone. La tradizione vuole che fu fondata dall’eroe greco Diomede al termine della guerra di Troia

La sua posizione era il punto di forza della città, una vera e propria roccaforte strategica in questa parte d’Italia, tanto che per molti storici è stata una delle città più importanti dell’Italia meridionale. Una fondamentale via di trasporto che passava proprio vicino a Benevento era la Via Appia, una delle prime e più importanti strade strategiche dell’antica Roma, che collegava la capitale al sud-est dell’Italia. Caduto l’impero romano, grazie ai longobardi Benevento divenne la capitale di un vasto ducato che spaziava addirittura su tutto il sud Italia. I longobardi erano pagani e adoravano il dio Odino, radunandosi attorno ad un albero di noce nei pressi del fiume Sabato.

Benevento e le sue streghe

È in epoca pontificia, più precisamente durante la controriforma, che a Benevento inizia a diffondersi il fenomeno della stregoneria. Benevento ne divenne addirittura la capitale, con riti pagani propiziatori dei guerrieri longobardi che si tenevano intorno ad un albero sacro. Di questo rimane traccia nei documenti che testimoniano quanto numerosi fossero i processi per stregoneria.

Questi riti proseguirono per secoli, fintanto che il duca longobardo Romualdo non si convertì al cristianesimo per ottenere l’appoggio della Chiesa contro i Bizantini. Fu poi lo stesso San Barbato, vescovo della città, a condurre una strenua lotta contro il paganesimo e i suoi riti, riuscendo a sradicarlo e a convertire la città al cristianesimo. Anche la religione iniziò quindi a romanizzarsi e il 25 dicembre cominciò ad essere festeggiato con i riti del “dies natalis sol invictus”, che daranno poi origine al Natale stesso. Tuttavia, sebbene convertiti al cristianesimo, i riti pagani continuarono ad essere praticati di notte, nelle campagne in mezzo a fuochi e grida.

I beneventani e il Natale

I longobardi divennero cattolici devoti e la festività più importante dell’anno coincideva all’epoca con la Pasqua, dato che la data della nascita di Gesù non era ancora nota con certezza. Poi, intorno all’anno mille, cominciò ad assumere grande rilievo il Natale, probabilmente anche grazie alla visita di San Francesco. Il santo si intrattenne nel Chiostro di Santa Sofia, nel quale oggi è possibile ammirare una scultura che ritrae la natività che poi il santo di Assisi avrebbe fatto rivivere con il primo presepe della storia a Greccio, vicino Rieti, nel 1223.

La zuppa di cardone, simbolo del natale beneventano

Nulla in Italia è più antico di Benevento”: così disse Edward Hutton non solo riferendosi ai monumenti della citta e alla sua storia millenaria, ma anche ai costumi e alle tradizioni culinarie che si perdono nella notte dei tempi.

Già in epoca romana Benevento era famosa per le prelibatezze della sua cucina: fra queste vi era il “cardo”, cioè il cardone, che dopo 2000 anni rimane ancora oggi la ricetta beneventana tipica del Natale.

Oggi le famiglie si tramandano ancora questa antica ricetta che è stata arricchita con uova e polpette di carne.

Lo stesso poeta Marziale scriveva che il cardone insieme alle cipolle era una delle tante prelibatezze di Benevento. Le altre erano il torrone, che a tutt’oggi è una specialità beneventana, e le salsicce che venivano fatte con carne e cervello di maiale.

Povera di ingredienti, ma assolutamente completa e adatta a riscaldare il corpo e la mente durante i freddi mesi invernali. Questa zuppa di cardone originariamente era solo a base di cipolla, quindi un piatto di umili origini. Il cardone è una ricetta di origine contadina.

L’agnello e gli ammugliatielli

Tra i secondi piatti natalizi troviamo sulle tavole delle famiglie beneventane l’agnello di razza laticauda, tipico di S. Croce del Sannio, e gli ammugliatielli, ovvero le interiora dell’agnello preparate con specie e aromi vari. Non mancano le classiche insalate di rinforzo, i peperoni imbottiti e il caciocavallo di Castelfranco in Miscano.

Il torrone di Benevento

Fra i dolci è particolarmente amato il torrone, che a Benevento ha una tradizione millenaria: gli antichi romani lo chiamavano “cupedia”, cioè leccornia, proprio perché già allora era una prelibatezza apprezzata da tutti. Viene prodotto ancora con gli stessi ingredienti di 2000 anni fa, quindi con mandorle, nocciole, albume d’uovo e miele, solo che oggi gli ingredienti anziché essere cotti a vapore vengono amalgamati assieme e tostati. Da qui deriva il termine torrone, dal latino “torreo” che significa abbrustolire.

Natale 2021 a Benevento

Il centro storico della città sarà un vero e proprio bosco incantato durante questo Natale. Gli abeti rossi, posizionati per tutta la lunghezza del corso principale, danno la sensazione ottica di trovarsi a camminare all’interno di un vero bosco. “InCanto di Natale”, giunto alla sua sesta edizione, prevede anche il grande albero alto oltre 20 metri. L’albero è addobbato con pannelli luminosi che animeranno Piazza Castello con musiche e luci colorate. C’è poi Babbo Natale che animerà le feste natalizie in Piazza Torre, sempre nel centro storico, insieme ad una suggestiva natività realizzata con la collaborazione di attori e animali che daranno vita ad un presepe vivente nei giorni festivi prestabiliti.